Comunicato stampa
Dopo gli aumenti di tutte le tariffe legate all’energia e di conseguenza dei prodotti alimentari ed essenziali per la vita quotidiana arriva anche un salasso sulle tariffe dell’acqua.
Vogliamo ricordare quando nel 2018 i nostri cari sindaci prorogarono dal 2021 al 2023 la concessione del servizio a Publiacqua, giustificando l’operazione con l’assicurazione che con la proroga le tariffe non avrebbero subito incrementi.
Questo perché nel 2021 sarebbero stati tolti gli oneri relativi alle concessioni degli impianti, che pesano sui costi di produzione di Publiacqua per oltre il 13%, pari a circa 30 milioni di euro.
Vogliamo ricordare che questi oneri, sono stati dichiarati illegittimi dall’Autorità Nazionale da tempo, infatti erano legati agli investimenti fatti dai comuni antecedentemente all’affidamento della gestione, quindi estinti da tempo.
Nonostante la netta diminuzione dei costi di Publiacqua i nostri sindaci hanno approvato, in piena pandemia, nel giugno 2020 la deliberazione n. 3, che prevedeva aumenti di tariffe per gli utenti domestici per il 16% del servizio acquedotto ed oltre il 9% per tutti i servizi: acqua, fognatura e depurazione.
Dalla relazione del direttore dell’AIT apprendiamo che, nonostante il piano economico finanziario prevedesse per il 2020 utili netti di 17 milioni gli effettivi sono stati 25; per il 2021 ne erano previsti 13 e siamo in attesa della relazione del direttore dell’AIT per conoscere se anche nell’anno passato hanno superato la quota fissata.
Nel 2022 il piano economico finanziario prevede addirittura 25 milioni di utili, infatti i nostri sindaci, privati del canone di concessione, puntano ai profitti.
Nella Conferenza territoriale, delibera n. 3/2021 del 27 dicembre, approvata poi dal direttivo con deliberazione n. 17/2021 del 29 dicembre, è stata approvata una riforma Strutture dei Corrispettivi, cioè delle tariffe, che stabilisce una tariffa base di euro 1,33, diminuendo allo stesso tempo i metri cubi agevolati previsti per le famiglie da 3 a più componenti, che invece addebiteranno come eccedenza ad un costo di quasi 4 euro.
Quindi ad un aumento delle bollette di oltre il 9% si sommerà questa sgradita novità, mentre per loro hanno pensato bene di diminuire la tariffa per le sole utenze intestate ai Comuni a cui viene applicata una tariffa scontata dell’86%, ma indovinate chi sarà a pagare i 4,5 milioni di euro di sconto applicato ai comuni, per 2,5 milioni le utenze domestiche e per 1,5 milioni di euro sulle utenze industriali commerciali, etc.
Tutto ciò avviene anche per il Vincolo di Ricavo Garantito, sistema che garantisce i ricavi al gestore indipendentemente dai consumi effettivi, quindi sulle utenze domestiche già penalizzate dall’incremento dei consumi per la pandemia, mentre tutte le altre attività hanno registrato minori consumi di acqua, peseranno
le componenti a conguaglio rispetto ai precedenti due anni.
Il nostro Comitato vuole denunciare la irrazionalità di queste scelte che colpiscono i ceti più deboli in questo difficile momento che vede aumentare in modo significativo la povertà con tante famiglie che quotidianamente devono fare scelte difficili per la loro sopravvivenza, e i nostri sindaci dovrebbero in prima persona essere sensibili a queste criticità dei loro concittadini.