In un incontro pubblico con il sindaco di Pontedera Matteo Franconi ed il Presidente di Acque S.p.A. Giuseppe Sardu, Stefano Petroni in rappresentanza del Forum Acqua Valdera, ha evidenziato le differenze di interpretazione sulla “ripubblicizzazione” del servizio idrico.
Nonostante la presa di posizione attuale dei sindaci dei Comuni che fanno parte di Acque S.p.A., avversa alla multiutility toscana attualmente in gestazione a partire dall’area fiorentina, noi restiamo dell’idea che se si vuole dare forma all’esito dei referendum sull’acqua pubblica si debba mirare alla trasformazione da una società di diritto privato, come attualmente è Acque Spa, in un asocietà di diritto pubblico e quindi priva di profitti, ovvero un’Azienda Speciale.
Diversamente, si riacquistano sì le quote del privato per renderle di proprietà pubblica, ma rimangono i profitti sulla gestione di questo bene comune essenziale alla vita e, visto che le Amministrazioni Comunali cambiano e cambiano le idee e gli orientamenti anche all’interno delle stesse parti politiche, nulla vieta che un domani, le “sirene” della nuova grande multiutility (e di una quotazione in borsa) si facciano di nuovo sentire. L’unico modo per “mettere in sicurezza” l’acqua pubblica è la sua gestione partecipata, trasparente e democratica attraverso una società di diritto pubblico.
Nelle prossime settimane i Consigli Comunali della Valdera, insieme a quelli di tutti gli altri comuni gestiti da Acque Spa, saranno chiamati a votare una delibera ed uno statuto precompilato, al fine di conferire le proprie quote e partecipare alla costituzione della NewCo Spa, che a sua volta rileverà le quote in Acque Spa attualmente possedute dalla parte privata (tramite il raggruppamento denominato ABAB Spa); questa operazione viene spudoratamentespacciata come una sorta di ripubblicizzazione del servizio idrico. Ma, leggendo attentamente gli atti, si vede chiaramente che questa operazione non ha niente a che fare con quanto espresso dalla volontà popolare nei referendum del 2011, che reclamava una vera gestione pubblica del servizio: democratica, partecipata, trasparente e, soprattutto, senza la possibilità per nessuno di fare profitti su questo bene comune essenziale alla vita.
Si tratta in realtà di un’operazione puramente economico-finanziaria, figlia di un approccio culturale e politico nella gestione dei servizi pubblici locali di stampo decisamente privatistico. LaNewCo sarà una società di diritto privato, e come tutte le Spa avrà come fine principale il profitto. Addirittura si parla espressamente di dividendi futuri, e l’art 24 “Bilancio” specifica persino la modalità di ripartizione degli utili.
Il tutto si inserisce in un percorso che ha l‘obiettivo di arrivare ad una multiutility toscana, una holding che
dovrebbe aggregare le partecipazioni azionarie dei Comuni nelle aziende
che gestiscono servizi pubblici locali e di interesse generale; nei loro sogni non solo acqua, ma possibilmente anche rifiuti, luce e gas. Un nuovo potente colosso da quotare poi in borsa, per competere sul mercato con le altre multiutility che si spartiscono il territorio italiano: grandi dimensioni, grandi profitti.
Con questa operazione è evidente che i piccoli comuni perderanno le residue possibilità di programmazione e di controllo mentre i comuni che detengono le maggiori quote avranno potere di nominare l’Amministratore e il CdA; e saranno proprio questi ultimi a prendere tutte le decisioni. Il sistema di gestione dei servizi pubblici, e del servizio idrico in particolare, ha già mostrato in questi anni tutte le debolezze che si generano quando si allontanano le decisioni dai territori e si espropriano Sindaci e Consigli Comunali di qualsiasi potere di intervento sui servizi stessi.
Riteniamo inoltre doveroso stigmatizzare la mancata trasparenza di tutto questo percorso, che è già di per sé sintomatica delle reali intenzioni che sottostanno allo stesso; l’iter seguito fino a questo momento, infatti, non ha previsto nessuna discussione nelle sedi politiche competenti, Conferenza Territoriale e A.I.T., e tutta la manovra si sta svolgendo in tempi record, escludendo il coinvolgimento dei cittadini in un processo democratico e partecipato.
Del resto gli esiti disastrosi ed il fallimento della gestione in forma privatistica dell’acqua, a ormai vent‘anni dalla costituzione di Acque Spa sono sotto gli occhi di tutti: in termini di elevate perdite idriche, di qualità delle acque, di elevatissimi costi delle bollette (tra le più care d’Italia), di investimenti insufficienti, per non dimenticare i molti territori con fognature e impianti di depurazione ancora assenti o vetusti. Occorre prenderne atto, e avere il coraggio (e la volontà) di riportare i servizi idrici dei nostri territori sotto la gestione di un’azienda di diritto pubblico, ovvero priva di profitti e dividendi, i cui eventuali utili annuali vengano interamente reinvestiti nel servizio idrico stesso.
Il Forum Acqua Valdera ed il Forum Toscano dei Movimenti per l‘Acqua invitano quindi caldamente tutti i Consigli Comunali a votare contro questa delibera e respingere lo scellerato progetto della “NewCo”, che rappresenta niente altro che un ulteriore mercificazione dell’acqua! Molti
dei Consiglieri Comunali attuali, sparsi in vari Comuni, furono al
nostro fianco dieci anni fa proprio per sostenere la giusta lotta per un
acqua fuori dal mercato, priva di profitti: non vi rendete ora responsabili dell‘ennesimo tradimento del referendum!
INVITIAMO INOLTRE TUTTI GLI ATTIVISTI ED I SIMPATIZZANTI, NONCHÉ TUTTE LE REALTÀ POLITICHE, ASSOCIATIVE E DI MOVIMENTOCHE HANNO SOSTENUTO E SOSTENGONO LA LOTTA PER L‘ACQUA PUBBLICA, A FAR CIRCOLARE QUANTO PIÙ POSSIBILE QUESTO COMUNICATO E AD ATTUARE DOVUTE E ADEGUATE PRESSIONI NEI PROPRI COMUNI DI RESIDENZA AFFINCHE IL PROGETTO “NEWCO” SIA RESPINTO.
In
questi giorni il Comune di Firenze ha inviato ai comuni soci di
Publiacqua una delibera ed uno statuto precompilato, al fine di
partecipare ad un’operazione di aggregazione dei soci pubblici di
Publiacqua Spa, da effettuare mediante la costituzione di una nuova
società a totale controllo e partecipazione pubblica, spacciandola
per la ripubblicizzazione del servizio idrico.
Ora,
se si leggono attentamente gli atti proposti, vediamo che questa
operazione non ha niente a che fare con quanto espresso dai cittadini
toscani con il referendum del 2011, che chiedeva una vera gestione
pubblica del servizio, senza che nessuno potesse fare profitti su
questo bene comune.
In
questo caso si tratta di un’operazione puramente
economico-finanziaria, rivestita solo apparentemente di principi e
valori, mentre l’approccio culturale e politico nella gestione dei
servizi pubblici locali è decisamente di stampo privatistico.
Infatti la Newco sarà una società di diritto privato, e come tutte
le Spa avrà come fine principale il profitto.
Addirittura
si parla espressamente di dividendi futuri, e l’art 24 “Bilancio”
specifica persino la modalità di ripartizione degli utili.
La
delibera richiama in modo chiaro la Multiutility toscana che dovrebbe
aggregare le partecipazioni azionarie dei Comuni nelle aziende che
gestiscono servizi pubblici locali e di interesse generale; quindi
una Holding che si occuperà, come più volte affermato pubblicamente
dal presidente Giani, dall’assessore Monni e dai sindaci di Firenze
e Prato, di acqua, rifiuti, luce e gas. Una Holding da quotare poi in
borsa, come se questi servizi fossero un bene di consumo qualsiasi, e
non beni e servizi essenziali per la vita dei cittadini.
In
altri termini, un enorme carrozzone sulle spalle dei cittadini
toscani che sarebbero chiamati a dover pagare bollette non per
quanto sarebbe giusto pagare per l’acqua consumata o lo smaltimento
dei rifiuti prodotti ma un consistente sovrappiù che servirà a
remunerare lautamente gli azionisti privati e pubblici della Holding.
Con
l’operazione prospettata i piccoli comuni non avranno alcuna
possibilità di programmazione e di controllo e, come allo stato
attuale, potranno solo partecipare all’approvazione del bilancio. I
comuni che detengono le maggiori quote (chiaramente Firenze e Prato)
invece nomineranno l’Amministratore e il Consiglio di
Amministrazione, perfino tra i non soci, e saranno proprio questi
ultimi a prendere tutte le decisioni. Il sistema di gestione dei
servizi pubblici ha già mostrato in questi anni tutte le debolezze
che si generano, allontanando le decisioni dai territori e
espropriando addirittura Sindaci e Consigli Comunali di qualsiasi
potere di intervento e modifica dei servizi stessi.
Non
solo, i piccoli centri aderendo alla proposta di Firenze e Prato si
tireranno la zappa sui piedi poiché se oggi ,in quanto soci, possono
contare sui proventi distribuiti da Publiacqua a titolo di dividendi
, in seguito perderanno il diritto alla percezione degli stessi,
perché sarà la Newco ad usufruirne.
Ripubblicizzare
veramente il servizio sarebbe possibile tramite un’azienda speciale
consortile, di diritto pubblico: già
quasi 70 milioni di euro sono i dividendi di parte pubblica non
distribuiti, e forse altrettanti se ne accumuleranno da qui a fine
concessione, nel 2024, riserve più che sufficienti per liquidare il
socio privato attuale.
L’adesione
a questa Holding rappresenta un ennesimo tradimento della volontà
popolare e della possibilità degli amministratori locali di
programmare e controllare i servizi: oggi si sta chiedendo ai Comuni
di approvare l’ennesima scatola cinese!
Auspichiamo
che questa inaccettabile proposta sia di stimolo affinché i Sindaci,
i Consigli comunali e la politica in genere riprenda il proprio
ruolo, finalmente a favore del bene comune.
In questo periodo stanno arrivando le bollette di Publiacqua, con il conguaglio effettuato sulla base del Piano Tariffario 2020-24 proposto dai Sindaci della Conferenza Territoriale 3, il 25/6 scorso, e approvato il giorno successivo dal Consiglio Direttivo dell’AIT. La nuova tariffa decorre comunque dall’1/1/2020.
Non occorre un grande sforzo di memoria per andare al 2018, quando i Sindaci, primo fra tutti Nardella, proclamarono a gran voce che veniva accordata una proroga della concessione a Publiacqua fino al 2024, in cambio di tre vantaggi fondamentali:
Nessun aumento delle tariffe
Incremento e realizzazione effettiva degli investimenti previsti
Contenimento del valore residuo finale da liquidare al socio privato per poi procedere alla ripubblicizzazione del servizio idrico.
Peccato che i nostri Amministratori, sicuramente incalzati da Publiacqua e con l’avallo del Direttore Generale dell’AIT, si siano rimangiati tutto quanto.
Non era questo l’impegno preso, e sfruttato oltretutto a fini elettorali!
Basta mettere a confronto il Piano Tariffario 2016-2024 approvato il 7/12/2018, all’indomani della proroga a Publiacqua, con il Piano Tariffario del giugno scorso: il primo prevedeva un incremento della tariffa pari allo 0,0% per gli anni 2019-2024: il secondo prevede invece un aumento per ciascun anno, in misura variabile, partendo dal 2.10% nel 2020, per poi rimanere al di sopra dell’1% fino al 2024 compreso. In pratica l’unico anno in cui le tariffe non sono cresciute è il 2019.
I nostri Sindaci dunque
si permettono di aumentare le tariffe dell’acqua proprio in una
fase di enorme crisi del Paese, dovuta alla pandemia Covid, dove
tanti hanno perso il lavoro, tanti in cassa integrazione con stipendi
ridotti, e tante le piccole imprese che comunque devono pagare i
costi fissi ma registrano introiti ridotti all’osso, rischiando la
chiusura. Senza contare che per le famiglie si è pure verificato un
forte aumento dei consumi legato proprio all’emergenza sanitaria.
Non a caso il Forum Toscano dell’Acqua aveva chiesto già
nell’aprile scorso una tariffa agevolata, ed ecco arrivare la
stangata in questo finale d’anno!
Le cose non vanno meglio per quanto riguarda gli investimenti: quelli programmati e tariffati del Piano approvato nel 2018 ammontavano a € 370.567.000 €, mentre si riducono a € 338.300.000 nel Piano 2020-24, con una netta flessione dell’8,7%.
Eppure, meraviglia delle meraviglie, gli utili da distribuire avranno un incremento di quasi il 35%, balzando da 68 a 91,50 milioni previsti dal nuovo Piano.
E che dire della beffa a
proposito del valore residuo, da sborsare per la liquidazione del
socio privato di Publiacqua? Allungare la Concessione, secondo i
Sindaci, ne avrebbe permesso la diminuzione. Ora, nel Piano stilato
nel 2018 il valore residuo a fine Concessione ammontava a 264.360.000
euro, nel Piano approvato il giugno scorso la cifra diventa
272.900.000 + 30.330.000 di conguagli, cioè 303.230.000.
Possiamo capire che non soltanto il socio privato (ACEA) con il 40% delle quote, ma CONSIAG (leggi Comune di Prato) con il 25% e il Comune di Firenze con il 21% abbiano tutto l’interesse ad attuare un piano economico-finanziario del genere, visto che da tempo le speculazioni di stampo privatistico piacciono tanto anche agli enti pubblici. Meno comprensibile risulta l’atteggiamento di tutti gli altri Comuni soci di Publiacqua, che contano complessivamente il 13,5% delle quote, quindi si distribuiscono solo le briciole, ma in Conferenza Territoriale il loro peso è pari a quello dei grandi Comuni. Evidentemente le leggi del mercato e del profitto si impongono su ogni altra cosa, di sicuro su ben più alti principi che dovrebbero essere invece al primo posto nel governo dei nostri
Amministratori, cui sempre più si addice il ruolo di riscossori di dividendi e proventi vari.
Non ci possiamo sempre accontentare del meno peggio. Basta annacquare i principi, i valori in cui diciamo di credere !
A forza di accontentarsi, di ridurre le aspettative, di ridimensionare gli obiettivi, rischiamo di rinunciare a quanto di più prezioso dovrebbe segnare le nostre vite: verità e giustizia, libertà e democrazia…
Non possiamo accettare che l’acqua finisca nelle mani di una holding, insieme a rifiuti, gas, energia elettrica (figurarsi!) ritenendo una qualche forma di garanzia che il capitale della mostruosa multiutility sia interamente pubblico. L ‘acqua è un bene comune, né pubblico né privato, di tutti e di nessuno: qualsiasi passo per la traduzione in pratica di questi principi deve rispettare l’assunto di partenza, e porsi sulla via che a quello conduca. Da subito, e senza compromessi o ambiguità.
Venendo allo specifico, è chiaro che per liquidare il socio privato in un’azienda idrica partecipata si debba procedere alla disdetta dei patti parasociali, come è avvenuto per Publiacqua. Ma è altrettanto chiaro che se semplicemente sostituisco a quel socio privato un ente a capitale interamente pubblico, lasciando invariato tutto il resto, non cambierà nulla: l’acqua resterà una merce da sfruttare per realizzare il massimo del profitto, con tutto ciò che ne consegue.
Con questa premessa il Forum Toscano Dei Movimenti per l’Acqua emette un nuovo comunicato stampa al riguardo degli ultimi avvenimenti in toscana.
Comunicato stampa
NO dei Sindaci al gestore unico regionale dell’Acqua
Ma continuano le manovre
per una multiutility toscana
L’Assemblea dell’Autorità Idrica
Toscana di giovedì 19 novembre ha regalato il NO dei Sindaci al
gestore unico regionale del servizio idrico integrato. L’approvazione
è stata unanime, accompagnata dal plauso e dai ringraziamenti di
tutti i partecipanti. Ma in barba alla trasparenza delle istituzioni
pubbliche solo dopo un’ora dall’inizio della riunione online, e
dopo varie telefonate, è stato possibile seguire la diretta
streaming.
L’opposizione a destinare Publiacqua spa, la maggiore azienda idrica toscana, alla gestione dell’intera rete regionale, era stata in realtà manifestata già nel 2018, in sede di Assemblea AIT. Nessuno però ha sottolineato che siano occorsi ben due anni per effettuare lo studio, apparentemente di tipo tecnico-legislativo, che ha dato il benestare all’attuale presa di posizione dei Sindaci.
Del resto, ancora nessuno ha evidenziato come l’obiettivo del gestore unico prosegua a campeggiare nella legge regionale 69/11 che disciplina proprio la gestione del servizio idrico. Quella stessa legge poteva essere totalmente riscritta nell’ottica di una vera ripubblicizzazione, tramite una pdl di Toscana a Sinistra, portata in Consiglio Regionale a fine luglio di quest’anno. Ma a quel punto PD e Lega hanno fatto mancare il numero legale, impedendone perfino la discussione, a riprova del pericolo che essa comportava per gli interessi particolari da cui sono sostenuti.
Il Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua ha sempre espresso contrarietà rispetto ad un accentramento nelle mani di un unico gestore, a discapito della qualità del servizio, e nell’assoluta ignoranza di problematiche inerenti le diverse zone della regione, più naturalmente riconducibili ai singoli bacini idrografici. Eppure non riusciamo ad accogliere con esultanza la notizia. Anzi, ci chiediamo se i Sindaci non sappiano o semplicemente fingano di non sapere cosa stia maturando anche soltanto negli ultimi due anni.
Il 2018 è stato particolarmente prolifico nello sfornare decisioni importanti per la gestione dell’Acqua. Decisioni politiche che come tali vanno lette. Intanto si è cominciato a manifestare l’intenzione di ripubblicizzare il servizio idrico, iniziando proprio dal territorio gestito da Publiacqua. Da allora proviamo a smascherare la presunta operazione che cela in realtà la volontà di intervenire unicamente sul piano economico-finanziario: liquidare il socio privato (ACEA/SUEZ), per ampliare la partecipazione dei Comuni e accogliere eventualmente aziende a capitale interamente pubblico. Tutto ciò, lasciando inalterata la veste della società per azioni, ente di diritto privato, votato al profitto. Niente di più lontano da quanto richiesto da milioni di cittadini/e con i referendum del 2011.
Interessante notare come ancora nel 2018
sia stato fatto un altro passo significativo nella medesima
direzione: la concessione di proroghe alle aziende idriche, in alcuni
casi fino al 2031, per dare maggiore agio non ad una vera
ripubblicizzazione, come sbandierato, quanto ad una nuova
configurazione delle aziende sul mercato, nell’intento di renderle
più competitive oltre che più remunerative.
Dopo la “pausa” del 2019, segnata
dall’elezioni in molti Comuni, il 2020 sembra aver favorito la
ripresa delle manovre. Da tenere d’occhio sempre Publiacqua, ormai
non più votata a gestire tutta la Toscana: le mire adesso sono altre
e di maggior livello! I Consigli dei Comuni che fanno capo alla spa
dell’acqua hanno votato la disdetta dei patti parasociali con
l’azienda stessa, per arrivare, si dice, ad estromettere il socio
privato. Ma quella che si prospetta è in verità la creazione di una
holding che gestisca oltre all’acqua, i rifiuti, l’energia
elettrica, il gas… Una multiutility che sicuramente mette d’accordo
Comuni (almeno quelli più grandi, con in testa Firenze e Prato) e
Regione; da sinistra a destra, senza eccezioni. Un vero esempio per
l’intera regione e per tutto il territorio nazionale!
Quando il mercato detta legge, come in questo caso, hanno da guadagnare solo pochi: non i piccoli Comuni, non i cittadini specialmente più poveri, non l’ambiente. Certi disegni nulla hanno a che vedere con i principi di democrazia e di partecipazione, di solidarietà e di rispetto che fondano il bene comune e che dovrebbero orientare il pensiero e l’azione dei nostri Amministratori.
La Regione Toscana conferma il progetto privatistico ed antidemocratico
Comunicato Stampa
Tramite le dichiarazioni della neo Assessore all’Ambiente, Monia Monni, la Regione Toscana sembra confermare il progetto di stampo privatistico, oltre che assolutamente antidemocratico, della creazione di una holding che gestisca servizi essenziali come quelli legati ai rifiuti, l’energia, l’acqua.
Il disegno nefasto ci era stato ricordato pochi giorni fa dal Sindaco di Firenze, Nardella, che ha chiamato il top manager Irace a ricoprire la carica di AD dell’azienda dei rifiuti, ALIA; per poi renderlo esecutore di una fusione con società multiservizi, in particolare nel campo dell’energia, come ESTRA/CONSIAG e Publiservizi; senza trascurare le spa dell’acqua, Publiacqua e Acque, entrambe compartecipate da ACEA, di cui Irace è stato AD per alcuni anni. Il mostruoso colosso sarebbe forse così completato.
In effetti, il piano di una multiutility regionale era stato lanciato e ripreso dall’ex Presidente Rossi in diverse occasioni, nell’arco del suo governatorato decennale, a dispetto di un pronunciamento popolare che con i referendum del 2011 aveva espresso chiaramente la volontà di sottrarre l’acqua, insieme agli altri servizi, dalle leggi del mercato e del profitto.
E ancora tocca dire come il processo di ripubblicizzazione proposto dai Movimenti e condiviso da milioni di cittadini, sia tutt’altra cosa rispetto alla grandiosa operazione, a cui da tempo lavora la politica PD-Renziana che piace tanto anche alla destra. Tutte le manovre messe in atto finora dai nostri Amministratori hanno fini puramente speculativi, di matrice economico-finanziaria, e nient’altro. La sola “novità” sta nel fatto che per anni la politica ha assecondato se non spudoratamente favorito una gestione privatistica di beni e servizi, mentre oggi mira a farsi diretta imprenditrice, a capo della stessa.
Non si cambia la vera natura di una gestione se, come nel caso dell’acqua, si pensa di liquidare il socio privato, per inserire enti o aziende, sia pure con capitale interamente pubblico! Per non parlare di come ciò venga impunemente sfruttato per celare la manovra sotto le vesti di una ripubblicizzazione, addirittura in conformità a quanto richiesto dai cittadini. Ma si sa, il centro sinistra ha un talento davvero eccezionale per le operazioni di mascheramento.
Analogamente, riguardo ai rifiuti, a fine legislatura la Regione ha autorizzato i cantieri per i biodigestori (Montespertoli, Peccioli e Rosignano Marittimo): da una parte l’accostamento al “bio” vorrebbe attribuire il sistema alla green economy, dall’altra questa forma di riciclaggio entrerebbe di diritto a far parte della cosiddetta economia circolare. Eppure esistono dubbi fondati che la tecnica non sia affatto innocua, come esistono soluzioni alternative decisamente migliori per lo smaltimento, che non si vogliono nemmeno prendere in considerazione.
Facciamo allora appello ai Sindaci, in qualità di soci delle aziende che gestiscono i servizi pubblici, ma prima ancora come amministratori di un bene comune: fate sentire la vostra voce per uscire dalla logica economicistica, per far valere solidarietà e democrazia! Oggi più che mai ne abbiamo bisogno.
E’ notizia di questi giorni: pare certo che il top manager, Alberto Irace, sia stato chiamato dal Sindaco di Firenze, Nardella, per assumere la carica di Amministratore Delegato di ALIA, l’utility dei RIFIUTI che ha accorpato le aziende operanti sulla Piana Firenze-Prato-Pistoia.
Ma il piano ha mire ben più alte poiché sembra prevedere la creazione di una multiutility che inglobi ESTRA, con prevalenza di gestione nel settore GAS, e addirittura PUBLIACQUA, la maggiore società idrica della Toscana.
Ovviamente Irace avrebbe il ruolo di guidare l’operazione per poi installarsi, in qualità di AD, nella “mostruosa” società così realizzata.
Il Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua conosce Irace. Il primo incontro con lui è avvenuto all’indomani dei referendum del 2011, quando, presente suo malgrado, l’allora AD di Publiacqua manifestò tutto il disprezzo possibile per la vittoria ottenuta dai Movimenti, nonché la totale disapprovazione per quella che sembrava essere una svolta verso la reale ripubblicizzazione del servizio idrico.
Conosciamo Irace per un’altra questione: l’utilizzo da parte di Publiacqua del sistema informatico denominato Acea 2.0.
In realtà, come troppo di frequente accade, attrice protagonista è la politica, con i nostri Amministratori che paiono aver perso da tempo il senso più nobile del termine “pubblico”, per abdicare a politiche e decisioni di puro stampo privatistico.
Come più di una volta abbiamo messo in luce riguardo al servizio idrico, ma lo stesso vale per gas, energia elettrica, rifiuti… i Governatori locali, salvo rare o individuali eccezioni, si stanno trasformando in maniera sempre più decisa in investitori con interessi esclusivamente finanziari. Vengono così depotenziate o addirittura sperperate esperienze concrete di qualità, come era quella di Publiacqua prima dell’entrata del socio privato, come probabilmente era di ASM prima della fusione in ALIA, con l’unico obiettivo dell’accaparramento di utili. E’ allora naturale che la qualità del servizio peggiori sotto ogni aspetto, compreso quello apparentemente avulso di una gestione democratica. In questo tipo di ottica, Irace costituisce senz’altro una garanzia; e una garanzia per tutti, da sinistra a destra.
Ed è veramente grave questa unanimità di pensiero e di intenti, che lascia spadroneggiare il Sindaco di Firenze, permettendogli di fare certe scelte. In realtà la “voglia” di multiutility era stata manifestata anche dal Governatore Rossi, però è la politica renziana che da anni, prima col capostipite, poi tramite il Sindaco Nardella, spinge in ogni modo verso la privatizzazione dell’acqua e degli altri servizi.
E’ davvero scandaloso che non si levi una voce di dissenso!
Come è scandaloso che, perfettamente in linea con lo stile di Renzi, si vogliano mascherare operazioni meramente speculative e di accentramento di potere con la veste candida della ripubblicizzazione.
Nel caso dell’acqua il risultato referendario impone il “gioco”, nel caso dei rifiuti o in altri, non si fa neppure questa fatica.
Complimenti dunque a Renzi e ai suoi uomini! Con neppure il 5% dei consensi alle recenti elezioni regionali, continuano ad imporre la loro volontà, favorendo e costruendo il guadagno di pochi, a discapito del bene comune. Ma evidentemente questo è uno “sport” in cui tutta la politica aspira ad eccellere.
Il Consiglio Regionale Toscano ha chiuso in bellezza la legislatura: PD e Lega uniti, non partecipando, hanno impedito il voto sulla proposta di legge (in seguito pdl) per una reale ripubblicizzazione dell’acqua, presentata tre anni prima da Toscana a Sinistra. Se davvero ce ne fosse stato bisogno i due partiti maggiori, apparentemente in opposizione, ci hanno confermato come non esista differenza quando si tratta di mirare al profitto.
L’occasione poteva essere eccellente per dare una svolta alla gestione del servizio idrico, in senso democratico e partecipativo, nel rispetto e nella tutela di salute e ambiente; e rispondere finalmente alla volontà popolare espressa con i referendum del 2011. Invece i due schieramenti hanno sabotato il voto, accampando giustificazioni davvero risibili.
In tutti questi anni la maggior parte dei politici ha continuato a parole a dichiararsi a favore della ripubblicizzazione, per poi sostenere e facilitare in ogni modo la logica privatistica dello sfruttamento e del mercato: vedi, tra l’altro, le proroghe concesse a tutte le aziende idriche della regione.
In effetti però un cambiamento c’è stato negli ultimi anni: si sta facendo strada una “nuova” proposta. A dirla tutta, il Governatore Rossi ci aveva già pensato all’indomani dei referendum: affidare il servizio idrico ad una società con capitale interamente pubblico, che liquidando la parte privata, si accaparrasse interamente gli utili, magari facendoli restare in Toscana. L’idea sta mettendo d’accordo maggioranze e opposizioni, senza distinzione di colore, semplicemente perché gli utili fanno gola a tutti.
I Movimenti per l’Acqua hanno sempre rifiutato una visione puramente finanziaria ed economicistica della gestione del servizio idrico, e in generale del bene comune, ma non si sono limitati a dire “no” alle scelte dei governi locali e nazionale. C’è una pdl sulla ripubblicizzazione, elaborata su quella di iniziativa popolare risalente al 2007, che ancora giace indiscussa in Commissione parlamentare. C’era anche la pdl non votata in Regione Toscana nell’ultimo Consiglio, elaborata sulla falsariga della stessa. Abbiamo però visto che fine ha fatto.
Siamo alla vigilia delle elezioni regionali: tanto più è doveroso chiedersi quali principi, quali valori muovano davvero i candidati delle “opposte” fazioni.
Anche quest’anno chiediamo al popolo dell’acqua pubblica di scegliere il Forum Toscano dei Movimenti per L’Acqua come destinatario del 5X1000 nella dichiarazione dei redditi.
Il Forum Toscano si avvale dell’Associazione Acqua Bene Comune Pistoia per raccogliere i fondi necessari a portare avanti le lotte per contrastare l’avanzamento del privato nella gestione del servizio idrico.
Nel caso invece che si volessero fare donazioni, si raccomanda di usare l’IBAN e l’intestazione riportati nell’immagine sottostante e di riportare nella causale la dicitura ”Forum Toscano”
Il Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua si compiace che la Consigliera Spinelli abbia organizzato il convegno tenuto a Firenze il 17 gennaio scorso: Acqua pubblica: non se, ma come e quando e abbia invitato a dibattere su tale importante tema altri Consiglieri Regionali, il Presidente Giani, i Sindaci, la CGIL, Federconsumatori, Legambiente, l’onnipresente Direttore Generale dell’Autorità Idrica Toscana Mazzei e il Governatore uscente della Regione Rossi.
Grazie dunque a chi, molto coerentemente ma assai poco democraticamente, ha pensato di escludere da questo convegno il Forum Toscano, una voce di certo scomoda ma pur sempre il primo soggetto, se non l’unico, che da almeno un decennio continua a sostenere la necessità e l’urgenza di avere una gestione dell’acqua realmente pubblica.
Una gestione sotto la diretta responsabilità dei Comuni: il livello decisionale più prossimo ai cittadini che risiedono negli ambiti territoriali dove il servizio viene erogato.
Si ringraziano poi tutti i Consiglieri Regionali, e in particolare quelli di maggioranza, con il Presidente Rossi in testa, per l’attenzione mostrata finora al tema in questione, essendosene oltre tutto fregati sia della tutela dei consumatori-utenti che degli strumenti per la partecipazione popolare pomposamente enunciati nei preamboli delle leggi regionali sull’acqua, fin qui emanate. Il Comitato Regionale di Controllo sulla Qualità del Servizio Idrico, in primis, è stato lasciato nelle mani di politici indolenti ma fidati, che ne hanno assicurato la totale inattività, con gran beneficio degli interessi dei gestori.
Venendo al convegno, significative sono le dichiarazioni rilasciate dal Governatore Rossi. Forse l’approssimarsi delle elezioni regionali ha richiamato alla mente dei politici quello che oltre 26 milioni di cittadini avevano chiaramente espresso con il voto nei
referendum del giugno 2011: la volontà assoluta di ripubblicizzare il servizio idrico, e di togliere ai soggetti privati la possibilità di fare profitti con l’acqua. La priorità per Rossi
pare essere infatti il rispetto della volontà popolare referendaria, unita alla necessità di contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici, altro tema d’attualità, assolutamente da non trascurare in campagna elettorale. Ma qui entra in gioco la parte sostanziale e più appetitosa della eventuale ripubblicizzazione del servizio idrico. Rossi tenta il colpo di coda spudorato e dichiara di avere in merito una proposta di legge già pronta, che potrebbe essere approvata prima della fine della legislatura.
Intanto e come sempre, nessuna nota critica sulla gestione rivatistica dell’acqua, che ha segnato gli ultimi 20 anni in maniera disastrosa. Anzi, ne rivendica la positività e l’efficienza. E proprio sulla scorta di quest’ultima considerazione, in barba tra l’altro
anche alla decisione presa dai Comuni in sede AIT, Rossi ripropone un operatore unico su scala regionale che sappia governare la risorsa.
Niente di nuovo sotto il sole! Il gestore potrà essere pubblico (negli anni, ha proposto COOP, ESTRA…) ma la logica aziendale resta saldamente la stessa: fare profitti sull’acqua. E magari, perché no, rilanciare nuovamente l’idea di una multiutility regionale, in forma di spa, che si occupi di altri servizi assai remunerativi.
Non essendosi costituito in associazione no profit, il Forum Toscano dei Movimenti per L’Acqua si avvale dell’ associazione pistoiese per raccogliere i fondi che servono per portare avanti le lotte (anche nelle sedi legali), che ci permettono di contrastare l’avanzamento del privato nella gestione dell’Acqua.
Chiediamo quindi a chi volesse aiutarci, di usare il codice fiscale dell’associazione
Acqua Bene Comune Pistoia:
C.F. 90055160478
Nel caso invece che si volessero fare donazioni, si raccomanda di usare l’IBAN e l’intestazione riportati nell’immagine sottostante e di riportare nella causale la dicitura ” Forum Toscano”
Oggi (30:01:2019) la Commissione Ambiente della Camera ha deciso che la discussione in materia di gestione dell’acqua proseguirà solo sulla proposta di legge “Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque” accantonando definitivamente l’altro disegno di legge a prima firma On. Braga (PD).
Esprimiamo grande soddisfazione per questo passaggio che indica la direzione giusta verso la quale il Parlamento dovrebbe muoversi. Infatti, ci teniamo a ricordarlo che questa legge trae origine dalla legge di iniziativa popolare presentato nel 2007 dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua con oltre 400.000 firme e poi depositato nella scorsa legislatura con il sostegno dell’intergruppo parlamentare per l’acqua bene comune. Successivamente ulteriormente aggiornato e depositato in questa legislatura a firma di diversi parlamentari del M5S.
Ci sembra un buon segnale perché l’esclusione dell’altro testo significa….. Continua a leggere
Sulla questione è intervenuto anche Alex Zanotelli:
Ci giochiamo tutto…
In questi mesi ci giochiamo tutto sull’acqua. C’è bisogno di una mobilitazione forte perché il Parlamento finalmente approvi una legge sull’acqua che rispetti il Referendum del 2011. Continua a leggere
Chi vuole privatizzare l'acqua deve dimostrare di essere anche il padrone delle nuvole, della pioggia, dei ghiacciai, degli arcobaleni … "Erri De Luca"